Santa Rita da Cascia

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Santa Rita da Cascia (22 Maggio)

Santa Rita da Cascia, al secolo Margherita Lotti, nacque a Roccaporena, frazione di Cascia, nel 1381 e morì a Cascia il 22 maggio 1457.

Unica figlia di Antonio Lotti ed Amata Ferri, assorbì molto le caratteristiche dell’ambiente familiare, che prevalentemente erano religiosità ed operosità di pace nelle allora dominanti lotte politiche tra guelfi e ghibellini. Anche la sua istruzione avvenne nell’ambito familiare.

I resoconti sulla sua vita a noi arrivati sono costellati di fatti leggendari che enunceremo alla fine di questa presentazione.

Molto propensa alla vita monastica agostiniana, per non intralciare i piani dei suoi genitori, in giovanissima età si sposa con Paolo Mancini, conosciuto anche come Paolo di Ferdinando, ufficiale comandante la guarnigione di Collegiacomo.

Questi era di nobile famiglia e di carattere orgoglioso ed autoritario.

Dalla loro unione nacquero due figli, probabilmente gemelli. Rita allora dedicò tutte le sue energie alla famiglia, tentando anche di addolcire il carattere del marito e di avvicinarlo alla religione.

Dopo 18 anni di matrimonio, quando la vita familiare sembrava avviarsi verso una diffusa serenità, Paolo Mancini fu barbaramente ucciso, forse da suoi ex compagni a causa di passati rancori, mentre una sera stava rientrando a casa.

Rita, dopo aver perdonato gli assassini del marito, dovette combattere contro una nuova sciagura incombente: i suoi due figli erano decisissimi a vendicare la morte del padre. Non potendoli convincere a desistere da tali propositi violenti, si affidò alla preghiera, auspicando addirittura la loro morte fisica se questa poteva evitare l’attuazione della loro vendetta. A tali preghiere fa da riscontro l’ammalarsi contemporaneo dei due figli  e la loro morte.

Rimasta sola, in lei si risvegliò il desiderio giovanile di prendere i voti presso il vicino convento Agostiniano di Cascia. Ma i suoi desideri si scontravano con gli ostacoli che la società del tempo frapponeva; infatti a sua presunta colpa c’erano i seguenti fattori negativi: il suo stato vedovile; la non compiuta vendetta nei confronti degli assassini del marito. Il comportamento di Rita, per quanto riguardava il secondo punto, fu di ribaltare la morale corrente, che prevedeva che un membro della famiglia, a sua volta, assassinasse i presunti assassini del marito, dando così avvio ad una catena di delitti e di faide familiari. Rita, invece, ribadì il suo perdono ed in nome ed in forza della fede rappacificò la sua famiglia e quella del marito con le famiglie degli assassini.

Alla fine riuscì ad essere accolta in monastero, dove visse fino ad una età molto elevata, relativamente al periodo medioevale di vita media.

Si riportano alcuni degli episodi leggendari  o agiografici relativi ai segni soprannaturali che i credenti attribuiscono alla Santa.

La leggenda delle api.  Tale leggenda narra che Rita, in tenerissima età, fu portata dai genitori in campagna. Mentre questi erano occupati a mietere il grano, la bimba fu posta sotto un alberi in una cesta. Un contadino, che aiutava alla mietitura, si ferì con la falce ad un dito della mano, che iniziò a sanguinare copiosamente, al che fu costretto ad allontanarsi per farsi medicare. Lungo il percorso notò che intorno alla cesta in cui stava Rita c’erano molte api; si avvicinò e con la mano ferita tentò di scacciarle. I risultati finali di tale operazione furono i seguenti: la ferita guarì istantaneamente e le api che volavano intorno alla piccina depositavano il loro miele sulle sue labbra.

Un altro evento straordinario si ebbe nel monastero di Cascia. Un Venerdì Santo sera, dopo aver ascoltato la predica di Frà Giacomo della Marca sulla Passione di Cristo e sui suoi dolori, sulla fronte di Rita si sarebbe conficcata una spina della corona di Cristo. Per i giorni successivi era previsto un pellegrinaggio a Roma a cui Rita voleva partecipare, ma la madre badessa, a seguito di tale evento, le rifiutò il suo permesso .

Il giorno del pellegrinaggio la tradizione vuole che la spina sparì e Rita potè effettuare il suo pellegrinaggio, ma la spina fu portata da Rita da dopo il pellegrinaggio fino alla sua morte, che avvenne 15 anni dopo.

Alla sua nascita intorno alla sua culla apparvero delle api bianche, mentre sul letto di morte le api apparse erano nere.

Dal suo letto di morte, indicò a sua cugina di andare a cogliere nel suo orto di casa per  portare a lei  due cose: una rosa rossa che prodigiosamente era in fiore dall’inverno e due fichi.

Dopo la sua morte molti furono i fedeli che richiedevano il suo patrocinio presso Dio per ricevere grazie e moltissimi furono i miracoli a lei imputabili. Divenne così la patrona dei casi impossibili, specialmente nell’ambito matrimoniale e familiare.

Fu beatificata da papa Urbano VIII nel 1627 e canonizzata da papa Leone XIII nel 1900.

Il suo culto a Procida iniziò nella chiesa di Santa Margherita Nuova, da cui proviene la statua e si radicò nella Chiesa di San Leonardo a partire dagli anni 40 del secolo scorso.

Il 22 Maggio di ogni anno si festeggia la Santa con una solenne celebrazione a cui segue la benedizione  delle rose e la loro distribuzione ai fedeli.