S. Rocco
“…una Cappella sotto il titolo di S. Rocco, sita dove dicesi lo Scarrupato di vascio presso la sponda del monte, con la figura di S.Maria con S.Rocco a destra e S. Sebastiano a sinistra.” (menzione nell’Inventario Abbaziale del 1521).
La Chiesa di San Rocco, risalente alla seconda metà del XVI secolo, è situata di fronte alla scala principale che conduce alla Marina di Corricella, borgo di pescatori.
Si tratta di un particolare esempio di architettura religiosa caratterizzato dalla semplicità
costruttiva.
Essendo inglobata nell’edilizia circostante, volge all’esterno solo una facciata, con portale architravato sormontato da una lunetta semicircolare e tre oculi soprastanti che consentono l’illuminazione dell’invaso.
Ai lati due coppie di lesene con decorazioni di gusto rococò scandiscono lo spazio orizzontale del prospetto, sormontato per intero da un timpano triangolare con croce soprastante; sul fianco sinistro della struttura, si erge il piccolo campanile.
Nel 1724, come risulta da alcuni scritti, l’impianto planimetrico aveva una lunghezza di 36 palmi ed una larghezza di 14 palmi con volta a botte di copertura e con un unico altare di marmo bianco commesso con l’immagine del Santo; sul lato sinistro è posta la sacrestia, un piccolo ambiente per le funzioni di servizio, al cui interno vi è un’acquasantiera in marmo.
L’interno a pianta longitudinale coperta con volta a botte presenta semplici decorazioni di gusto settecentesco con l’altare maggiore in marmi policromi sormontato da una struttura marmorea, con volute e disegni, che incornicia il quadro raffigurante il Santo protettore degli ammalati di peste.
Sull’arco che introduce nella zona absidale è posta la scritta “CHARITAS”, tra modeste decorazioni in stucco e arabeschi floreali.
Un particolare interessante è dato dalla presenza di uno stemma marmoreo dei Cossa, dinastia che ha retto l’isola dal 1339 al 1521, scolpito sull’acquasantiera circolare in marmo bianco, inserita nella parete a sinistra dell’ingresso della chiesa, che conferma ulteriormente le antiche origini del piccolo impianto.
La chiesetta di San Rocco fu eretta pare in seguito ad una delle pestilenze che afflissero la Campania nella seconda metà del XVI secolo, probabilmente per volontà delle monache del monastero dell’Annunziata.
La chiesa, che risulta dedicata alla Santissima Vergine, a San Rocco e a San Francesco di Paola, non ha subito sostanziali trasformazioni nel tempo, anche perché praticamente bloccata all’interno dell’edilizia civile ove è incastonata; si apportano però negli anni una serie di abbellimenti, e se ne arricchisce l’arredo in seguito alle donazioni dei fedeli e alle poche rendite di cui dispongono i prelati.
Si legge da alcuni scritti datati intorno al 1742, tratti dalle “Visite Pastorali” del Card. G. Spinelli: “La chiesa di San Rocco di Procida è chiesa antichissima fundata sul 1600 et essa fu fundata, e construtta con l’elemosine de particulari devoti, e nell’anno della contagione fu ampliata a quella forma, che presentemente si vede, avendo servita all’ora per seppellirvi i cadaveri de contagiosi morivano fuori le Porte. Essa stà situata nel luogo detto la calata della corricella. Il suo vase è tutto a volta, et è di lunghezza di palmi trentasei, di larghezza palmi ventisei; tiene un lume sopra la porta con la sua invetrata, e rezza di ferro. La detta porta è tonna, cioè con la coda sopra a ventaglio sfinestrata. Vi è una sepoltura antica, ma’ chiusa. Il pavimento di detta chiesa è di fabbrica. V’è un fonte per l’acqua benedetta di marmo a cocciola. Sopra la detta porta vi è un campanile con una campana. Solamente vi è un’altare di marmo commesso a’ due gradini, mensa e paliotto consimile, e sgabello di legno lavorato. Alla d.a Altare vi è un quadro antichissimo con le seguenti immagini, cioè l’effigie della vergine in mezzo; a’ destra quella di S. Rocco; et a sinistra quella di S. Francesco di Paola. L’autor di detto quadro non si sa chi fosse stato; vi è su il detto quadro la sua cornice di marmo commesso consimile all’Altare. A’ fianco e proprio a sinistra nel mezzodi detta chiesa vi è la Sacrestia, alla porta della quale vi è un vase per l’acquasanta di marmo bianco; dentro detta Sacristia vi è un piccolo vestiario di legno, e due stipi per conservare mobili di detta chiesa.”
All’interno della Chiesa sono presenti alcune lapidi, testimonianze di una storia significativa, per un luogo di culto la cui piccolezza potrebbe indurre a pensare erroneamente poco importante, che si rivela in sintonia con la sensibilità religiosa dell’isola .
All’ingresso della Sacrestia in una di esse è scritto: <>.
Vicino all’altare, a destra, vi è un’altra lapide da cui leggiamo: <>.